E’ nel 2003, verso Ottobre/Novembre che incomincia a prendere forma “Lunica”.
Lunica è un’Argie15
Una deriva lunga appunto 15’ disegnata e progettata da Dudley Dix ed i piani sono venduti da Nautikit.
La sua linea è molto accattivante, tant’è che solo in Italia, ne sono stati realizzati moltissimi esemplari.
Io l’ho costruita in compensato marino di okumè spesso 6 mm. utilizzando la tecnica dello stich & glue e rifinita con mogano massello.
Per gli incollaggi mi sono affidato alla resina epossidica, addizionata dove serviva con fibra di vetro.
Per gli incollaggi mi sono affidato alla resina epossidica, addizionata dove serviva con fibra di vetro.
La più importante modifica è stata quella di dotare la barca di deriva a compasso, a mio avviso più pratica e funzionale di quella a baionetta prevista dal progettista.
Fin dall’inizio, ho pianificato tutti i lavori in modo da non apportare modifiche a quanto già deciso prima di iniziare la costruzione.
In questo modo i lavori, procedono più agevolmente e soprattutto senza sorprese.
In questo modo i lavori, procedono più agevolmente e soprattutto senza sorprese.
La costruzione è durata circa un anno, ma oltre alla barca ho costruito anche l’albero ed il boma in legno di pino, i remi , le vele in Lankotex e perfino il telo di copertura da utilizzare durane il traporto ed il rimessaggio.
E' possibile vedere le farie fasi di costruzione qui.: http://www.nautikit.com/Didi/lunica01.htm
E' possibile vedere le farie fasi di costruzione qui.: http://www.nautikit.com/Didi/lunica01.htm
Adesso Lunica naviga felicemente sul lago di Bracciano coccolata dal suo Armatore, che ogni tanto mi fa pervenire qualche foto e mi chiama semplicemente per parlare di barche.
Alla fine di tutto è stata una bellissima esperienza!!!
L'Albero
Il progetto originale, prevedeva un semplice tubo in alluminio del diametro di 60 mm, divisibile in due pezzi.
Stesso discorso per il boma, solo realizzato con tubo di alluminio di diametro leggermente inferiore ed ovviamente realizzato in pezzo unico.
Io come dicevo, l’ho realizzato in legno di pino a sezione ovale, vuoto all’interno e ricavando sull’albero stesso anche la canaletta per l’infieritura della vela.
Subito sopra l’attacco dello strallo inizia la rastrematura che arriva in testa, solo sulla parte anteriore.
Al suo interno, ho fatto passare le drizze della randa e del fiocco.
Il risultato è stato un albero abbastanza flessibile, un pò sovrappeso rispetto alla versione in alluminio, ma molto più elegante e marino.
Per i particolari della costruzione, vi rimando a questo link: http://www.nautikit.com/Didi/Alb01.htm
Per quanto riguarda le vele, più che una costruzione vera è propria, è stata una sperimentazione e più che altro per fare esperienza.
E siccome si trattava appunto di fare dell’esperienza, invece del dacron ho utilizzato il Lankotex, con l’accortezza di tagliare i ferzi , seguendo l’andamento delle fibre, anche se il Lankotex è a tutti gli effetti un laminato.
Ovviamente questo materiale, rispetto al dacron è molto ma molto più economico e quindi se alla fine il risultato fosse stato deludente, avrei buttato tutto senza “grosse perdite” e commissionato le vele ad una veleria.
Per la cronaca, le vele, sono durate un paio di anni, poi visto lo spanciamento subito, l’Armatore (a cui le avevo regalate insieme all'acquisto della barca) le ha fatte rifare presso una veleria utilizzando il dacron, ma quelle in Lankotex erano costate veramente qualche Euro.
Trattasi di Sailcut4, programma abbastanza semplice ma più o meno completo per quello che serviva a me.
Il problema principale, è stato quello di inserire i valori da dare appunto alle vele.
Mi spiego meglio: per le lunghezze delle infieriture, delle basi e delle diagonali il problema non c’è stato, visto che ho rilevato le misure direttamente dall’albero, ma quando è stato il momento di inserire i valori dell’allunamento della balumina, del giro d’albero, della curvatura da dare alla base della randa , lo svergolamento ed il loro posizionamento rispetto all’albero, sono cominciati i dubbi.
Meglio una vela panciuta (grassa) più efficiente con venti leggeri oppure è meglio una vela un po’ più piatta (magra) che va meglio con vento più sostenuto???
Alla fine ho optato per una via di mezzo, ho tagliato i ferzi e ho incominciato a cucire.
Anche il confezionamento ha avuto la sua importanza, un po’ ho seguito i miei gusti, un po’ ho messo in pratica quanto letto sul libro di Marino “Sailmaker’s Apprentice” ed alla fine, mi pare siano venute fuori delle vele dignitose.
Ovviamente, sono vele per andare a passeggio!!!
Qui trovate le spiegazioni e le foto della costruzione: http://www.cantierino.it/Aarticoli/veleLnkSailcut/a.htmlOvviamente, sono vele per andare a passeggio!!!
Complimenti, splendido lavoro.
RispondiEliminaEccezionale l' idea della autocostruzione delle vele da "passeggio"
Complimenti e ancora complimenti.
Come ho già detto l'autocostruzione delle vele, è stata fatta solo per fare un'esperienza nuova.
EliminaDopo un paio di anni, l'armatore che ha acquistato la barca le ha fatte rifare in dracon.
Grazie dei complimenti!!!
stefano
Sei un grande.Anche io lavoro il legno ma realizzo mobili d'interni e devo dire che come falegname, ho un po' d'invidia...scherzo sei bravissimo.
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